COMUNICATO STAMPA

 

“L’Ugl Metalmeccanici non ha mai operato contro Arcelor Mittal, tanto meno per la chiusura di Taranto. Sicurezza sul lavoro, ambientalizzazione e l’intero perimetro occupazionale dell’ex Ilva sono state sempre le tre stelle polari che ci hanno convinto a firmate l’accordo del 6 settembre scorso”.

Così il segretario generale Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera, ha risposto ad alcuni sospetti espressi ieri dall’ad di ArcelorMittal Italia, Matthieu Jehl, poco prima di accingersi ad incontrare al Mise i sindacati. Un duro confronto durato oltre 10 ore, terminato alle 23, che ha portato a un verbale di intenti siglato da Fiom, Fim, Uilm e ovviamente dalla stessa UglM, rappresentata anche dal segretario dell’Ugl di Taranto, dal segretario provinciale Ugl Metalmeccanici e dalla rsu.

“È però inutile oltre che inaccettabile – sottolinea Spera – ricordarsi della sicurezza solo quando accadono tragedie nelle fabbriche. Abbiamo siglato quindi l’intesa con Arcelor Mittal perché c’è bisogno di intervenire immediatamente, creare un gruppo di lavoro permanente con i rappresentanti sindacali, controllare ogni reparto, in primis quelli più a rischio, e restituire così un po’ di serenità ai lavoratori, i quali, ora, non si sentono più al sicuro. All’azienda abbiamo chiesto anche nuove risorse per interventi straordinari, ulteriori a quelli destinati all’AIA”.

“Sempre per motivi di sicurezza – aggiunge Spera – riteniamo urgente richiamare al lavoro i non pochi manutentori compresi tra i 1.400 in cassa integrazione, affinché possano garantire la manutenzione ordinaria all’interno della fabbrica; così come vi è la necessità di rivedere reparti e controllate ex Ilva sotto organico. Ben venga, allora, la volontà dell’azienda di utilizzare nuovi strumenti tecnologici controllati a distanza per abbassare i rischi esistenti nelle varie aree, iniziando dalla zona porto, dove appunto sono accaduti gli ultimi incidenti”.