“Per l’ex Ilva urgono impegni concreti, almeno per due motivi fondamentali: l’impatto sociale fortemente a rischio e la priorita’ che deve avere la produzione dell’acciaio a ciclo integrale, anche per il rilancio industriale del Paese”. Lo dichiara il segretario nazionale UGL Metalmeccanici, Antonio Spera, al termine dell’incontro richiesto dalle organizzazioni sindacali al Governo sull’ex Ilva, alla presenza del ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, dell’Economia, Roberto Gualtieri, e del Lavoro, Nunzia Catalfo, e i commissari. Per il sindacalista “il piano industriale presentato il 5 giugno per noi e’ irricevibile, tanto quanto quello presentato il 4 marzo che risulta essere non conforme agli accordi presi. L’impatto del Covid non e’ trascurabile ma non deve essere usato come alibi o paravento a quanto sta accadendo a Taranto”. Prima di tutto “il governo prenda atto che ArceloMittal non ha nessuna intenzione di confermare l’accordo del 6 settembre 2018 – spiega il segretario nazionale – sottoscritto con lo stesso esecutivo e le organizzazioni sindacali. La societa’ franco-indiana e’ inadempiente e da cio’, dai fatti, si evince la sua non volonta’ di investire nel nostro Paese, che nei fatti sta interamente bloccando e per giunta in un momento cosi’ difficile”
E’ chiaro, come confermato anche dal governo, che non si puo’ utilizzare lo stabilimento di Taranto come una ‘fisarmonica’, a discrezione e piacimento di una proprieta’ scellerata che non tiene conto degli impegni assunti per l’ambientalizzazione e l’occupazione. Il mercato della produzione dell’acciaio a ciclo integrale e’ prioritario: se c’e’ un nuovo progetto che va in quella direzione e’ il benvenuto, tenendo conto del fatto che il tempo e’ una variabile importante tanto quanto l’impatto ambientale e occupazionale, oggi messi in pericolo dai mancati investimenti e manutenzione”, conclude Spera.