“ Non dobbiamo aver paura di essere fiere di dove siamo arrivate o di essere ambiziose per il nostro futuro “ – Presidente Ursula Von Der Leyen

 

La giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, fissata nella data del 25 novembre, non nasce a caso, la ricorrenza viene celebrata ogni anno in questa data per volontà dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite tenutasi il 17 dicembre 1999 attraverso la risoluzione 54/134, ad onore e ricordo di un brutale assassinio nel 1960 nella Repubblica Dominicana, in cui tre sorelle Mirabal, considerate rivoluzionarie, vennero torturate ed in seguito uccise.

Nel 2023, dopo gli ultimi avvenimenti di cronaca, sembra che la nostra società sia ancora lontana dalla comprensione intima e profonda delle problematiche e delle tematiche nonché da una qualche risoluzione del problema.

Come sindacato non è nostro compito affrontare argomentazioni di cronaca nera o violenza estrema ma ciò che esplode nelle testate giornalistiche trova sempre radici nel quotidiano, non per ultimo nel posto di lavoro.

Nella relazione COM 152 finale dell’Unione Europea, infatti, si legge chiaramente che il divario di genere seppur si stia colmando nel campo dell’istruzione, per quel che riguarda il mondo del lavoro, è ahimè più che evidente

Chiunque dovrebbe essere al sicuro nella propria casa, nelle relazioni più strette, sui luoghi di lavoro, negli spazi pubblici ed on line.

Le donne e gli uomini, le ragazze ed i ragazzi, in tutta la loro diversità dovrebbero essere liberi di esprimere le loro idee e le loro emozioni e di perseguire le loro scelte formative e professionali senza sentirsi vincolati da ruoli di genere stereotipati.

Secondo le ultime statistiche della Commissione Europea, la violenza di genere, vale a dire qualsiasi violenza diretta contro una donna in quanto tale o che colpisce le donne in modo sproporzionato, rimane una delle maggiori sfide delle nostre società.

Il manuale congiunto UN Women-ILO, pubblicato nell’ambito del processo di definizione degli standard dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO), ha redatto una stima basata su sondaggi nazionali per l’anno 2021-2022 che mostra che ben il 75% delle donne al mondo di età pari o superiore a 18 anni, vale a dire 2 miliardi di donne, hanno subito molestie sessuali.

Chiariamo meglio il concetto di Violenza contro le donne.

Secondo l’Articolo 1 della Dichiarazione sull’Eliminazione della Violenza contro le Donne, emanata dall’Assemblea Generale nel 1993, la violenza contro le donne è “ogni atto di violenza fondata sul genere che abbia come risultato, o che possa probabilmente avere come risultato, un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, che avvenga nella vita pubblica o privata”.

La violenza e le molestie contro le donne nel mondo del lavoro sono una grave violazione dei diritti umani in prima istanza, perché prima del genere deve arrivare l’individuo.

Tali problematiche non solo impediscono l’evoluzione in ambito lavorativo delle donne ma influiscono gravemente sulla dignità e sul benessere fisico e psicologico delle lavoratrici, nonché, ovviamente sulle prestazioni lavorative.

Malgrado i numerosi sforzi e campagne di sensibilizzazione, la violenza e le molestie sembrano essere profondamente connesse alle norme sociali, ai valori ed agli stereotipi, ed è esattamente lì che dobbiamo puntare, al fine di rendere questa società poliedrica e caleidoscopica permettendo alle donne di partecipare con le loro piene qualità alla società ed all’economia .

 

Coordinamento nazionale donne UGL Metalmeccanici

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